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Imprese e Monachesimo
Interessanti letture recenti sul monachesimo mi hanno suggerito preziosi spunti di riflessione, per cui, occupandomi di management, è stato naturale cogliere dai principi intorno ai quali si sviluppa la vita nei monasteri un’illuminante ispirazione per un’azione imprenditoriale, manageriale e consulenziale sempre orientata verso un’etica profonda.
Illustre, tra le opere con implicazioni gestionali, è la Regola dell’Ora et labora (prega e lavora) di San Benedetto, con cui il fondatore del monachesimo occidentale, introducendo i valori di vita monastica, offre notevoli suggerimenti per una condotta aziendale corrispondente all’adozione di un modello che consenta di coniugare produttività, responsabilità sociale e qualità etiche.
In fedele osservazione della regola, elevata a vera leader attuando una spersonalizzazione della leadership, preghiera e lavoro, altrimenti detto spiritualità e profitto, diventano momenti di un’unica liturgia che stanno insieme in una sorta di alchimia.
Ciò presuppone andare oltre la visione quantitativa del tempo, come i monaci hanno dimostrato di saper fare, giungendo ad inventare un altro tempo, un tempo-qualità, per cui il tempo rallenta, diventa più denso, si scandisce secondo un ritmo diverso.
Probabilmente, molte imprese moderne rinunciano troppo facilmente a questa dimensione qualitativa del tempo, impegnate come sono nel misurarne lo scorrere quantitativo, secondo una logica che induce a valutare i risultati raggiunti unicamente in funzione del minutaggio.
È auspicabile che sempre più management si impegnino a creare le condizioni perché si diffonda all’interno delle rispettive organizzazioni l’umanesimo dei monasteri, che i lavoratori diventino sempre più lavoratori-monaci, dunque, lavoratori con vocazione, liberamente aderenti alla mission aziendale, guidati non da un incentivo esterno ma da una spinta interiore.
Proprio una sfida interessante.
Michele Monteforte