La Manovra Economica: Riflessioni

Lungi dalle intenzioni di chi scrive voler esprimere considerazioni di carattere politico, può essere utile condividere delle riflessioni sulla tanto discussa manovra economica che l'attuale Governo M5S-Lega sta disegnando per l'anno 2019.

Si tratta, com'è noto a tutti e per questo se ne discute tanto, di una manovra a deficit, per cui la parte delle uscite programmate non coperta dalle entrate programmate verrebbe finanziata ricorrendo al debito.

Si sostiene che l'incremento del deficit e anche del debito pubblico sarebbe, in realtà, neutralizzata dalla crescita dell'economia indotta dalla politica di bilancio adottata, espansione che garantirebbe maggiore gettito nelle casse dello Stato.

Coloro che manifestano perplessità rispetto alla buona riuscita di siffatta strategia sottolineano l'aleatorietà del meccanismo che dovrebbe funzionare perchè si verifichi quanto congetturato.

Chi studia economia sa che uno dei massimi esponenti in materia, il grande Keynes, è stato uno dei maggiori fautori della tesi favorevole ad un incremento della spesa pubblica finalizzato a consentire la piena occupazione dei fattori produttivi (Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, 1936).

In altri termini, Keynes auspicava un’azione dello Stato in economia che consentisse un risveglio  delle singole componenti macroeconomiche della domanda aggregata, appunto, consumi, investimenti, esportazioni, beneficiando delle positive ricadute in termini di produzione e occupazione.

È, in realtà, quanto accaduto negli Stati Uniti dopo la crisi del 1929, dove, pur di riuscire a ripartire, furono costruite ferrovie, autostrade, si inviavano gli operai a spazzare le strade, vincendo, così, la disoccupazione.

La medesima politica espansiva costruita sul binomio tagli alla spesa pubblica e stimoli monetari e fiscali è stata pensata e realizzata da Obama, arrivando in tal modo a riportare il proprio Paese alla crescita e alla riduzione del disavanzo pubblico.

Che il Governo italiano con la sua scelta di deficit spending voglia ripercorrere questo tipo di orme è naturalmente sperabile, ma soprattutto ci si augura che siano raggiunti gli stessi risultati.

Il punto è, però, stabilire se le premesse siano le medesime perchè si possano produrre gli effetti già sperimentati da altri.

L'impressione è che manchino iniziative capaci di imprimere una spinta importante e concreta.

Ai posteri l'ardua sentenza.

 

Michele Monteforte 

 

 

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