Le aziende conquistate dalla Mafia

Gestire un’organizzazione aziendale con oculatezza, lungimiranza e coerentemente con i rigorosi principi suggeriti dalla letteratura sul management, preservando e consolidando gli imprescindibili equilibri finanziari ed economici, può produrre degli effetti imprevedibilmente pericolosi.

 

 

 

 

 

 

Sì, perché la presenza di una realtà imprenditoriale profittevole può sfuggire all’attenzione di riviste specializzate che esaltano i successi imprenditoriali più eclatanti oppure di enti che premiano i talenti in ambito economico, ma può accadere che si accendano i riflettori della criminalità organizzata che, nel corso del tempo, ha vissuto un’evoluzione verso una vocazione imprenditoriale, certamente non spontanea ma imposta dalla necessità di ripulire le grosse quantità di denaro provenienti dalle attività illecite che costituiscono il loro core business.  

L’attuazione della strategia seguita per conquistare aziende floride trova terreno fertile nella regolamentazione tutt’altro che restrittiva in cui si trovano ad operare le banche aventi sede nei paesi esotici, presso cui è possibile aprire conti cosiddetti off-shore su cui depositare i soldi sporchi, da trasferire, poi, all’azienda target in forma di investimento. Ecco che il denaro di provenienza illegale viene iniettato nel mercato ufficiale, con scarse possibilità di ricostruirne l’origine.

Ora, questa manovra di accaparramento del controllo aziendale può realizzarsi in modo soft, qualora ci sia compiacenza, in caso contrario si renderà necessario agire con altri mezzi.

Vediamo quali.

Occorre prima premettere che le aziende prese di mira rispondono ad un preciso identikit ossia deve trattarsi di entità capaci di assorbire enormi quantità di danaro, per non destare sospetti certamente suscitati da un’improvvisa enorme disponibilità di risorse finanziarie. In secondo luogo, devono poter operare in mercati con scarsa competizione ed, infine, devono aver stretto rapporti con le istituzioni pubbliche. Generalmente, i settori preferiti sono quelli dell’edilizia e, quindi, dei mezzi per il movimento terra (per esempio gli escavatori), ma altresì quelli delle grandi attività commerciali, nonché della speculazione immobiliare.

Dunque, perché l’azienda di successo giunga ad arrendersi, permettendo alle cosche di impossessarsi della relativa gestione, vengono posti in essere una serie di tattiche e di accorgimenti, facilmente attuabili in quanto perpetrati ricorrendo alla strategia del terrore.

La prima mossa è quella di pretendere il pizzo ma non nella misura ricorrente, per così dire di mercato, bensì applicando una percentuale almeno cinque volte maggiore. L’obiettivo, ovviamente, è quello di sottrarre ricchezza fino all’asfissia finanziaria.

Il secondo passaggio è quello di imporre la fornitura mafiosa, nel senso di costringere a rifornirsi da aziende nate dal crimine e, naturalmente, ad un prezzo più alto, con conseguente aumento dei costi di produzione per l’impresa – preda.

Altra intimazione solitamente decisa è quella di obbligare ad assumere individui collusi, così da penetrare all’interno.

Infine, il colpo di grazia viene inferto creando le condizioni perché cali il fatturato, ad esempio facendo diminuire fortemente il numero degli appalti assegnati, sfruttando i legami che i malavitosi riescono a stringere con gli enti pubblici.

I segni del soffocamento indotto emergono evidentemente dai bilanci, dai quali, appunto, sono chiari gli attentati agli equilibri gestionali prima robusti e poi diventati precari, al punto da costringere la proprietà alla resa.

Laddove si dovesse registrare una resistenza più dura, si adottano soluzioni estreme, pertanto, per cominciare, l’azienda si trova di fronte ad una chiusura di credito da parte delle banche, le quali negano un supporto prima incondizionato ed ora rifiutato sia per motivi tecnici, visto il deterioramento delle condizioni di stabilità, sia perché, magari, vengono avvicinate.

La fine realmente si raggiunge quando, a seguito della stretta creditizia ed in una situazione di liquidità problematica, ci si vede costretti a rivolgersi agli usurai mafiosi.

È così che cade ogni baluardo e la criminalità vince la sua partita.

Michele Monteforte    

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