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L'importanza strategica della consulenza di direzione
Vivere il quotidiano lavorativo immersi nell’oceano delle aziende permette di capire che questo mondo è abitato da creature ognuna delle quali rappresenta un microcosmo che merita un’indagine approfondita.
Esistono realtà in salute, che vanno a gonfie vele, consolidano la loro posizione.
Altre che, invece, rallentano, quindi, arrancano, ma resistono.
Altre ancora che vivono il destino crudele del deficit.
È possibile anche individuare il girone di quelle che non crescono, ma neanche calano e neppure falliscono. Semplicemente non funzionano.
I sintomi del mancato funzionamento sono sempre evidenti, eloquenti, significativi.
I margini si assottigliano, il magazzino si gonfia, i conti non sono più realmente rappresentativi.
Può succedere che il management, assuefatto dalla routine gestionale, non abbia difficoltà a scorgere questi segnali, ma che si mostri miope rispetto ad avvisaglie più nascoste, di qui la necessità strategica di coinvolgere chi vive di gestione aziendale in ruolo di supporto.
Un consulente di direzione, giungendo dall’esterno, porta con sé quella visione distaccata che consente di scoprire che il processo decisionale si svolge in modo estemporaneo, che le decisioni diventano reazioni, che non si segue più una strategia ma l’operatività, che si gestisce ma non si guida, dunque, si smarrisce la capacità di direzione.
Ciò comporta che non si guarda più al futuro, ma si rincorre il presente, ogni attività diventa urgenza, non si costruisce in base a quanto programmato, ma semplicemente si risponde, con il risultato di vivere in un clima aziendale complicato.
Il valore aggiunto che il consulente deve essere in grado di apportare sta tutto nella sua abilità a consentire il passaggio/ritorno dal gestire al dirigere, allo scopo di dare una connotazione più strategica al proprio approccio.
L’obiettivo sarà centrato con il salto culturale, di mentalità, di visione che porta a considerare l’analisi strategica, il controllo di gestione, la pianificazione e altri processi simili non più solo tematiche accademiche o dinamiche appannaggio solamente delle grandi aziende, ma prassi manageriale coerente con lo specifico contesto aziendale, funzionale alla salvaguardia degli equilibri gestionali e custode di un’imprescindibile armonia ambientale, il tutto prescindendo dalle dimensioni.