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Emergenza Coronavirus: Quali misure

A più riprese e da più parti, anche autorevoli come l’ex Presidente della BCE Mario Draghi, si auspicano interventi volti ad inondare l’intero sistema economico, fatto di famiglie e imprese, di una cospicua, mirata ed immediata liquidità, che consenta di sopperire all’interruzione dei flussi di cassa, quale conseguenza diretta del blocco di forniture, quindi, di determinate attività, del rallentamento dei consumi, eventi che hanno fatto sì che le vendite, in alcuni casi, si siano azzerate.

A parere di chi scrive, la sospensione degli obblighi di versamento di imposte e contributi rappresenta un’inezia in considerazione della necessità di sostenere le stremate finanze aziendali, mentre avrebbe potuto avere un maggior senso abdicare in assoluto in una logica di condono tombale, con ovvie ripercussioni negative, però, sulle casse erariali  che, invece, dovrebbero anch’esse essere rimpinguate.  

Pertanto, una soluzione potrebbe essere di consentire agli Istituti di Credito, attraverso finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato, di attivare, a favore delle imprese, conti correnti vincolati e infruttiferi su cui far passare gli F24, riconoscendo alle imprese prestiti a tasso zero di durata pluriennale, con un ampio periodo di preammortamento.

È pleonastico far notare che questo tipo di soluzione ossia finanziamenti senza interessi con preammortamento e ammortamento di lungo termine potrebbe essere replicata altresì per far fronte ai pagamenti verso i fornitori, per retribuzioni, utenze e ogni altra spesa corrente.

L’efficacia di questo espediente, agevolato dalla presenza capillare delle banche, si sostanzierebbe, oltre che nel continuo afflusso di risorse nelle casse dello Stato, nella possibilità di evitare che i flussi finanziari si possano interrompere, creando i presupposti perché tutti paghino tutti, in attesa che le attività possano ripartire e seguire trend crescenti.

Dal momento che l’attuazione di una simile strategia richiederebbe una potenza di fuoco, con l’impiego massiccio di un’enorme quantità di liquidità fresca, è preventivabile quanto necessario il pieno coinvolgimento di tutte le autorità ed istituzioni monetarie, dalla Bce alla Banca Europea degli Investimenti, al Fondo Europeo per gli Investimenti.

In una simile congiuntura come quella attuale, senza poter contare su garanzie istituzionali, le imprese non avrebbero accesso al credito, per cui ne risentirebbero gli investimenti, con gravi ripercussioni sui livelli occupazionali.

Se questo tipo di intervento richiederebbe un impegno più articolato, sarebbe, invece, di impatto più immediato perché pratico la momentanea abolizione dell’obbligo di inserimento sugli assegni della clausola di non trasferibilità, allo scopo di facilitare i passaggi di crediti.

Nella stessa direzione andrebbe anche la scelta di regolarizzare la prassi della post-datazione degli assegni bancari, sempre circoscrivendone il periodo di efficacia.

Siffatti accorgimenti, privi di qualunque fondamento teorico-tecnico-normativo e per questo inconcepibili in una fase di normale svolgimento dell’economia, servirebbero ad accompagnare l’intero sistema produttivo nazionale lontano dall’orribile deriva che si prospetta, evitando, così, di perdere, forse definitivamente, la capacità produttiva delle imprese che costituiscono il tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

 

Michele Monteforte

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