L’Economia Aziendale è una scienza?

Per giungere a classificare l’economia e, quindi, l’economia applicata alla gestione aziendale, per questo detta Economia Aziendale, nel novero delle scienze, è doveroso iniziare proprio dal concetto di scienza, intesa quale sistema di conoscenze ottenute attraverso un'attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi. Questa è la definizione che ne dà Wikipedia.

È proprio l’impossibilità di sperimentare ex ante i fenomeni studiati in economia a costituire il principale ostacolo nel tentativo di elevarla al rango di scienza, fenomeni che, sotto il profilo economico, possono essere solamente descritti ex post.

A privare di qualsiasi senso lo sforzo di eseguire test di laboratorio è la circostanza, decisiva, che il funzionamento di qualsivoglia sistema economico è basato sul comportamento dell’uomo, di per sé imprevedibile perché determinato da molteplici variabili quali conoscenze, motivazioni, propensioni, anch’esse profondamente mutevoli.

Volendo, però, usare meno rigore accademico, si potrebbe suddividere le discipline scientifiche in tre categorie.

Le scienze formali, come la matematica, le quali costruiscono teorie astratte.

Le scienze empiriche, a loro volta suddivise in scienze naturali, come la fisica, chimica, biologia, geologia, astronomia, e scienze sociali, tra le quali si può annoverare l’economia, scienze che studiano la natura a partire da osservazioni empiriche.

Le scienze applicate, tra cui è possibile far rientrare l’ingegneriae la medicina, le quali, servendosi dei risultati delle prime due, fanno progredire la tecnologia e l'industria sviluppando nuovi prodotti e servizi.

È necessario sottolineare che si tratta, comunque, di categorie strettamente interconnesse, ma, malgrado ciò, è d’obbligo evidenziare la profonda differenza che, in particolare, discrimina tra le scienze naturali o empiriche, da un lato, e quelle sociali, dunque l’economia, dall’altro.

Le scienze naturali partoriscono conoscenze certe e precise, grazie alle quali si interviene nel contesto naturale in cui si vive e da cui si producono effetti prevedibili. Siffatte conoscenze sono universalmente accettate dalla comunità scientifica, laddove, poi, toccherà, per esempio, agli ingegneri e ai tecnici individuare gli strumenti di intervento.

Ciò è proprio quello che manca in ambito economico e, più in generale, nelle scienze sociali ovvero l’esistenza di assunti inconfutabili, pertanto resistono spiegazioni diverse, per non dire contrastanti, su come l’economia e la società funzionano, ciascuna delle quali conserva, almeno dal punto di vista economico, la propria validità.

Questo aspetto contribuisce a rendere l’economia meno scienza e più disciplina ed è pleonastico ribadire che questa caratteristica contraddistingue anche l’economia aziendale, conferendo, a parere di chi scrive, un fascino impareggiabile al lavoro del manager o comunque di chi si occupa di management.

Non essendo possibile aggrapparsi, nella gestione degli accadimenti aziendali, a regole indiscutibili, che consentano di predeterminare, data la causa, il conseguente effetto, gli unici rimedi a cui far ricorso sono le conoscenze acquisite, le competenze sviluppate, nonché le esperienze, vissute e/o altrui, a cui attingere, nel tentativo di rendere meno incerto il risultato delle proprie azioni.

Proprio a sottolineare che in ambito manageriale  non si ha certezza circa l’esito di una propria decisione e che, chi vive il management in modo superficiale, spesso è affetto dalla sindrome del tutto chiaro a posteriori, concludo riportando un pensiero di Emil Cioran, filosofo rumeno: “la mediocrità di un manager si riconosce dal numero di idee precise che afferma con sicurezza”.  

Michele Monteforte