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Teoria dei Grafi e Organizzazione Aziendale

Chi è dedito a studi scientifici, in particolare, chi è impegnato nell’approfondimento della matematica o, soprattutto, dell’informatica ha certamente conosciuto la teoria dei grafi di Eulero, celebre fisico elvetico, disciplina che consente di rappresentare in forma di schema situazioni e processi anche molto complessi, così da consentire un’analisi di tipo algoritmica. In pratica, si costruisce una struttura, appunto il grafo, che si compone di oggetti semplici, chiamati nodi o vertici, collegati tra di loro.

Un simile impianto è suscettibile di utilizzo in ambiti diversi, specie quelli in cui si fa ricorso al concetto di rete, per cui si pensi, per esempio, ai social network, alle reti di computer, alle telecomunicazioni.

L’idea bizzarra è di verificarne l’utilità nel contesto aziendale quale soluzione di natura organizzativa finalizzata all’ottimizzazione delle relazioni tra singoli, in vista di un più efficiente svolgimento delle singole attività.

L’implementazione di un siffatto modello di organizzazione presuppone l’adozione di uno stile di management partecipativo, per cui l’assunzione di decisioni diventa un processo di tipo circolare che si esplica attraverso il coinvolgimento di tutti, secondo una logica di piena condivisione e una modalità di funzionamento orizzontale, in aperto contrasto con il modello gerarchico top – down, nonostante l’imprescindibile rispetto dei ruoli, assolutamente necessario onde evitare l’anarchia in azienda.

Pertanto, l’applicazione della teoria dei nodi quale espediente in vista della regolazione delle singole funzioni tra cui è possibile suddividere l’intera gestione aziendale conduce all’individuazione di centri di competenza ovvero i nodi opportunamente interconnessi tra loro in relazione alle sinergie derivanti dall’esecuzione comune delle attività.

Disporre di una mappatura precisa, ma altresì dinamica, di tali centri di competenza e dei relativi collegamenti offre l’indubbio vantaggio di rappresentare puntualmente, dunque in modo netto, immediato e rinnovato l’andamento dell’intera struttura organizzativa interna, in modo da avere una percezione sollecita di eventuali criticità che possono manifestarsi in qualsivoglia area gestionale, consentendo, di conseguenza, l’adozione delle giuste azioni correttive.

Non mancano ripercussioni favorevoli anche per il singolo, il quale, proprio in virtù del particolare modo di concepirne la presenza all’interno dell’organizzazione, vive da protagonista i processi aziendali che lo coinvolgono, contribuendo a determinarne gli esiti, con inevitabile sviluppo delle proprie skills personali.

In un contesto che abbia le descritte caratteristiche, anche la leadership si delinea secondo una riformata modalità, che, coerentemente con il clima che deve necessariamente diffondersi, non è calata dall’alto, quindi, non è verticale nel rispetto dell’ordine gerarchico a cui bisogna rinunciare, bensì si forma trasversalmente, portando con sé il requisito del riconoscimento quale conseguenza naturale di un approccio autorevole e mai autoritario.

In conclusione, il significato di una struttura organizzativa circolare a grafo è da ricercare proprio nella conseguente visione dettagliata sull’intero processo di svolgimento della propria attività, ma anche nella posizione centrale che si riconosce al singolo lavoratore, consentendogli, in tal modo, di avere un’immediata percezione del reale valore che la sua azione produce.

Come spesso accade, non sono le dimensioni a determinare il successo di uno specifico approccio gestionale, quanto piuttosto la diffusione interna di una precisa cultura che ne costituisce l’imprescindibile presupposto.           

Michele Monteforte  

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