Il Manager nell'era della trasformazione digitale

E' sotto gli occhi anche dei più distratti che è in corso un processo di trasformazione digitale, i cui effetti investono, inevitabilmente, anche le aziende, che si ritrovano ad affrontare sfide tecnologiche, ambientali, di formazione sempre più impegnative.

Si è in presenza, in effetti, di un processo di cambiamento contraddistinto da connotati culturali, organizzativi, manageriali, ovviamente abilitato dalla tecnologia, cui le aziende devono dare necessariamente una risposta.

Ciò vuol dire impegnarsi nella formulazione di un'adeguata strategia perchè non si è semplicemente al cospetto di una innovazione da implementare, pertanto assume un ruolo chiave proprio il management, chiamato a programmare, organizzare e coordinare l'attuale fase di transizione verso il digitale, così da trasformare la tecnologia da motore a valore.

Un'azienda realmente digitalizzata va oltre l'adozione di strumenti innovativi, quali lo sviluppo di un sito, di un'app o di un e-commerce.

Qualora si limitasse banalmente a queste iniziative, conferirebbe all'intero processo una connotazione unicamente tecnologica.

Di qui l'importanza della posizione che deve ricoprire il manager, il quale deve farsi promotore dell'integrazione delle tecnologie avanzate, quali l'intelligenza artificiale, il cloud, l'automation, nell'ambito dei processi aziendali, puntando alla relativa ottimizzazione, in vista del conseguimento o consolidamento del proprio vantaggio competitivo.

Ecco che il manager di un'azienda che adotta, per esempio, un approccio AI-first è obbligato a rivedere le proprie competenze e non solo quelle hard, il cui sviluppo è diretta consenguenza della trasformazione in atto, ma anche quelle soft, al fine di tener conto del nuovo contesto in cui si va ad operare, pertanto diventa imprescidibile potenziare la propria capacità di adattamento.

Il risultato sarà di avere non più un manager ma un manager potenziato.

Michele Monteforte